Ragione contro diffamazione: de refutatione detractorum!

(Un dossier sui Papi per delegittimare il Concilio Vaticano II)

Amici e non amici, cercherò di esprimere ciò che sento nella mia coscienza, con la speranza di non cadere in alcuna eresia e con l’intento di tenere a bada la superbia. Desidero, infatti, difendere la Chiesa, di cui sono figlio, dai numerosi attacchi che la investono da ogni lato, e soprattutto da quelli più insidiosi che, provenendo dal suo stesso cuore, ne minano le fondamenta con subdola determinazione.

Ebbene, io penso che lo Spirito Santo abiti nella Chiesa, sebbene la Chiesa non sia la padrona dello Spirito Santo, così come penso che le Scritture contengano la Verità, sebbene la Verità non sia prigioniera delle Scritture.

Lo Spirito va dove vuole e non può essere contenuto[1], nessuno può impedirgli di scrivere la Verità con il calamo di un falsario o di compiere un’opera di Misericordia con le mani di un empio.

Questo per dire che in presenza della consacrazione, a me non interessa più sapere se tra i presenti c’è Tizio che ha cattive intenzioni o Caio che è un emissario di Sempronio e che tutti insieme fanno parte di una trama sediziosa per distruggere la Chiesa, io so che c’è lo Spirito e tanto mi basta[2]. Quando agiranno i malvagi, la Chiesa entrerà in sofferenza, ma le porte degli Inferi non potranno prevalere su di Essa!

Ciò detto, ragioniamo insieme su questo articolo “La testimonianza storica inedita del cardinal Giobbe: la massoneria fece eleggere Roncalli e Montini”[3], pubblicato da La Cruna dell’Ago del blogger Cesare Sacchetti il 28/01/2025.

Ecco un passaggio significativo.


Il Cardinale Giuseppe SIRI

Qui si parla della (presunta) testimonianza di un porporato che ha pronunciato il giuramento di segretezza[1]; si tratterebbe del mons. Paolo Giobbe, nominato cardinale da Giovanni XXII nel Concistoro del 15 dicembre 1958. All’epoca del Conclave, quello che si svolse dal 25 al 28 ottobre 1958 e che vide eletto il cardinale Angelo Roncalli, vigeva la Costituzione apostolica VACANTIS APOSTOLICAE SEDIS[2] promulgata da Papa Pio XII il giorno 8 dicembre 1945, VII anno del suo pontificato. La formula, allora vigente, del giuramento solenne è riportata nella nota n. [40] del documento, mentre al paragrafo 61) della Costituzione si leggono le conseguenze cui va incontro lo spergiuro[3].

Se fosse vero ciò che si dice nell’articolo in commento, in merito al cardinal Giobbe, dovremmo concludere che questi fu uno spergiuro, cioè un traditore. Orbene, dai traditori si possono sicuramente ottenere notizie utili, ma chi li ascolta sa che sta a contatto con un tale che persegue scopi occulti … un navigatore delle tenebre … un soggetto pericoloso … da trattare con diffidenza e cautela … il cui vero interesse è quello di conseguire dei vantaggi personali o portare a segno delle vendette (ugualmente) personali.

Oppure se non è un traditore vero e proprio è semplicemente un nemico della Chiesa che giura e spergiura, tanto non gli importa nulla, non crede in nulla, deve realizzare la sua opera infame … punto e basta.

Ecco … se così fosse realmente … (ma io non ci credo), se fosse vera la provenienza di fatti e circostanze dalla penna del partecipante al Conclave … dovremmo sapere che avremmo a che fare, in tale dannata ipotesi, con uno spergiuro (lo ripeto).

Ma veniamo alla narrativa. Durante il Conclave del 1958 il cardinal Siri sarebbe stato regolarmente eletto Papa[4], ma … “in quel preciso istante” (dopo l’avvenuta elezione, cioè) sarebbe entrata in azione una “…fronda ai suoi danni” capeggiata dal Cardinal Tisserand.

Secondo la narrazione, Tisserand e pochi altri, tutti appartenenti alla Massoneria, avrebbero orchestrato una crisi globale in seguito all’elezione, e dopo il fallimento dei loro tentativi, sarebbero passati a “minacce aperte e manifeste di morte” nei confronti del porporato genovese e dei suoi familiari.

Tuttavia, non viene chiarito in quale modo queste minacce sarebbero state attuate: si parla di possibili scontri fisici, urla rivolte a Siri, messaggi scritti o persino telefonate dal Cremlino.

Se questa versione dei fatti fosse vera, il peggiore di tutti sarebbe stato proprio il cardinale Siri. Infatti, la porpora cardinalizia – il rosso indossato dai cardinali – simboleggia il sangue dei martiri cristiani ed esprime la loro disponibilità a sacrificarsi per la Fede. È un segno di coraggio, dedizione e testimonianza della loro lealtà a Cristo e alla Chiesa. Questo profondo simbolismo affonda le radici nella storia della Chiesa cattolica, evocando il sacrificio e la devozione di coloro che hanno dato la vita per la loro fede. D’altro canto, nella controversa ipotesi – mai dimostrata – secondo cui Siri avrebbe manifestato paura per le conseguenze della sua elezione, ciò implicherebbe una mancanza di fiducia nello Spirito Santo. Se davvero lo Spirito Santo avesse scelto Siri, non avrebbe già previsto e guidato il corso degli eventi? Inoltre, il martirio dei cristiani come conseguenza della sua elezione sarebbe stato un evento anomalo e inquietante per la Chiesa?

Ricapitoliamo: Siri riceve il mandato, lo accetta, prende il nome di Gregorio XVII, c’è la fumata bianca e poi subisce il ricatto e si ritira per salvare la pelle sua e quella dei suoi cari. È inutile che dica che non credo a una sola parola della denigrazione presente nell’articolo che sto analizzando, se non altro per aver letto un po’ di storia riguardante quel Cardinale, ma se così fosse stato, in tale dannata ipotesi, ben avrebbe fatto il codardo pontefice a ritirarsi ed aprire la strada ad un vero Papa pronto a morire per la Fede, come fu Giovanni XXIII.

Ed infatti, questo anziano prelato eletto Papa (soprannominato “Papa Buono”) operò una serie di meraviglie.  Quali sarebbero i diabolici risultati del pontificato di Roncalli? Quali? Aver convocato il Concilio Ecumenico Vaticano II, che ha portato a significative riforme liturgiche e pastorali, promuovendo un rinnovato spirito di unità e comprensione tra le diverse confessioni cristiane e le altre religioni? O quale altro nefasto esito avrebbe avuto tale pontificato? L’aver promosso la pace e la giustizia sociale, difendendo i diritti umani e sostenendo il disarmo nucleare?

Personalmente, ritengo che l’opera maggiormente rilevante di Giovanni XXIII sia aver esercitato un ruolo fondamentale nella risoluzione della crisi dei missili di Cuba del 1962. In un momento di estrema tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica, Giovanni XXIII inviò un accorato appello per la pace ai leader delle due superpotenze, John F. Kennedy e Nikita Khrushchev. La sua lettera, pubblicata sui giornali di tutto il mondo, contribuì a distendere gli animi ed ebbe un ruolo importante nel raggiungimento di un accordo che evitò una possibile catastrofe nucleare. Fu una manifestazione di grandissima autorità, riconosciuta sia a ovest, come a est. Nessun Capo di Stato si permise mai di mancare di riguardo al Soglio pontificio, consentendogli così di esercitare una funzione elevatissima in favore della Fede, della Pace e, quindi, dell’Umanità.

Ed è così che opera lo Spirito Santo, attraverso la Libertà degli Uomini: c’è sempre qualcuno che dice SÌ e poi fa NO e c’è sempre qualcun altro che magari dice subito di NO e poi fa SÌ … e … adempie alla Volontà del Padre!

Ed infatti l’albero si giudica dai suoi frutti[5].


Ma passiamo a Montini.

Giovanni Battista Montini – Paolo VI –

Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini, oltre che massone, era anche un omosessuale[1]? Il Papa smentì tali affermazioni [2]…. Mettiamo per ipotesi che lo fosse o che lo fosse stato realmente. E allora? Certamente non sarebbe stato il primo caso, ma ebbe forse una condotta scandalosa? Certo non quella di Giulio III[3]! Dobbiamo giudicare quali sono state le pulsioni di uomo? O dobbiamo giudicare cosa lui ha fatto per la Chiesa di Cristo? Cosa importa a noi quante battaglie interiori ha vinto e in quale senso di marcia? A noi interessa se è stato un buon Papa e lo è stato tant’è che ha ricevuto da parte della Chiesa la corona dei Santi.

Nella mia amata Viterbo, mi reco spesso alla Chiesa di San Paolo, del Convento dei Cappuccini per partecipare alla Santa Eucaristia. Nel presbiterio si muovono giovani frati che assistono il Celebrante (spesso è il Padre anziano), proclamano le Scritture e intonano canti nel coro. Sono ragazzi di circa trent’anni, con barbe folte e piedi scalzi avvolti in sandali di cuoio, che sembrano riflettere la semplicità della loro vocazione. Mi domando spesso come affrontino e dominino i naturali turbamenti dell’anima e del corpo.

A questo pensiero si collega un’esperienza che tutti, più o meno, abbiamo conosciuto: la sofferenza. Quando essa irrompe, le passioni si affievoliscono, pur lasciando intatti i sentimenti. Allo stesso modo, credo che l’opposto della sofferenza, cioè la gioia profonda, quella della vocazione, possa vincere ogni impulso e stimolo terreno, esaltando i sentimenti più puri e autentici. Cito a conferma l’esperienza di Santa Teresina di Gesù Bambino e del Santo Volto.


Proprio Leone XIII, dal quale ha preso il nome l’attuale Pontefice romano, fu colui che permise a Maria Francesca Teresa Martin Guérin di entrare nel Carmelo di Lisieux a soli 15 anni. Un grande “privilegio” per quella dolce fanciulla che concepiva la Libertà come Amore e Fiducia in Dio. Nel suo diario spirituale, “Storia di un’anima”, Teresa descrive il mondo esterno come pieno di distrazioni e sofferenze, mentre il convento rappresentava per lei un luogo di pace e dedizione totale a Dio. In buona sostanza le mura del convento segnavano la linea di confine fra la libertà (all’interno) e la schiavitù (all’esterno).

Io penso che questo sia accaduto ad un santo come Paolo VI, il Papa che (il 25 luglio 1968) scrisse l’Humanae Vitae, ribadendo la posizione della Chiesa cattolica sull’indissolubile connessione tra il significato unitivo e procreativo dell’atto coniugale, dichiarando illeciti i metodi di regolazione della natalità come contraccettivi artificiali, sterilizzazione e aborto. La sua pubblicazione generò un acceso dibattito sia all’interno della Chiesa che nella società civile, poiché affrontava temi delicati legati alla morale, alla famiglia e alla sessualità umana. Omosessuale, quindi? Può essere! Difensore autorevolissimo dei principi morali fondamentali della Chiesa? Certamente Sì!

Paolo VI è stato proclamato santo per la sua straordinaria testimonianza di fede e per l’eroicità delle sue virtù cristiane. Durante il suo pontificato, ha affrontato con coraggio e saggezza le sfide del Concilio Vaticano II, promuovendo il dialogo ecumenico e l’apertura della Chiesa al mondo moderno. La sua profonda spiritualità, il suo impegno per la pace e la giustizia sociale, e la sua dedizione alla missione evangelica sono stati riconosciuti come esempi luminosi di santità.

Ricordo un suo memorabile gesto profetico, quello del 16 settembre 1972 quando impose la stola pontificale sulle spalle del Patriarca di Venezia, Albino Luciani, davanti a una folla di circa 20.000 persone accorsa a Venezia, in Piazza San Marco. Ciò avvenne durante una tappa della Sua visita pastorale a Udine per il Congresso Eucaristico Nazionale. Luciani, infatti, sarebbe poi diventato Papa Giovanni Paolo I nel 1978, il quale ricordò l’episodio con emozione durante il suo primo Angelus, sottolineando l’imbarazzo provato in quel momento.

Per quanto riguarda le logge segrete e le presunte collusioni con il comunismo, vi invito a consultare la tabella riepilogativa delle diverse tappe della vita e della carriera ecclesiastica dei due Pontefici. Osserverete quali Papi assegnarono loro incarichi di grande prestigio, che – secondo la narrativa – sarebbero stati sfruttati per affari poco chiari. Sostenere questa tesi, considerando che la Chiesa dispone di una rete diplomatica e informativa tra le più efficienti al mondo, implicherebbe affermare che Pio X, Benedetto XV, Pio XI e Pio XII fossero pienamente conniventi.

Ciò che temo, invece, è che questa produzione romanzesca sia il risultato di una spasmodica attività di dossieraggio, volta unicamente a delegittimare il Concilio Vaticano II da parte di chi non ha accettato la riforma liturgica – riforma a cui Pio XII aveva già iniziato a porre mano – insieme all’ecumenismo e alla partecipazione attiva dei laici nei riti e nella vita della Chiesa. A costoro si aggiungono altri soggetti che, consapevolmente o meno, minano l’unità della Chiesa.

Amici e non Amici, ricordo sempre che siamo chiamati ad essere simbolo, uniti sotto la volta santa della Chiesa, e a respingere ogni tentazione di diventare diavolo, cioè seminatori di divisione, esattamente come Satana. La nostalgia per una liturgia che ci ha nutriti non può trasformarsi in lacerazione: il Concilio di Trento e il Concilio Vaticano II sono entrambi espressione autentica della stessa fede, convocati da Pontefici legittimi per guidare il popolo di Dio nel suo cammino. Il resto? È solo illusione, ombra, fotoromanzo!

Alla luce di queste riflessioni, affrontate non con la Dottrina o con la conoscenza dei Canoni, ma con la semplice logica, posso solo ribadire con forza che la Chiesa, pur attraversando momenti di sofferenza e attacchi, resta solida perché guidata dallo Spirito Santo, che opera con misteriosa saggezza nei cuori degli uomini. La storia ci insegna che ogni pontificato porta con sé sfide e controversie, ma ciò che conta non sono le dicerie o le insinuazioni, bensì i frutti che ogni successore di Pietro ha lasciato.

Papa Giovanni XXIII ha seminato pace e rinnovamento, Paolo VI ha difeso la dottrina e la missione della Chiesa in un’epoca di cambiamenti radicali. Ciò che importa non è giudicare le battaglie interiori degli uomini, ma riconoscere la grandezza delle loro azioni a servizio della Fede e dell’Umanità.

Affido dunque queste riflessioni alla Verità che si manifesta attraverso l’opera dello Spirito e della Storia. E, come dice il Vangelo, l’albero si giudica dai suoi frutti: la Chiesa ha attraversato tempeste, ma è ancora qui, viva e feconda, perché le porte degli Inferi non prevarranno su di essa.

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